Ispirandosi al Parc Güell di Antonio Gaudí a Barcellona, al Parco dei Mostri a Bomarzo e al Palais Idéal di Ferdinand Cheval, l’artista franco-americana Niki de Saint Phalle, decise di creare il proprio giardino mistico, il Giardino dei Tarocchi. È ricco di ventidue straordinarie sculture simili a mostri e ispirate ai Tarocchi ed è situato nella bellissima città toscana di Garavicchio.
Una delle opere più importanti, complete e riconoscibili di Saint Phalle è proprio il Giardino dei Tarocchi. Si tratta di un grande giardino di sculture straordinarie e numerose altre opere che vanno fino a creazioni delle dimensioni di una casa. L’arte, come l’artista credeva, l’ha restituita alla sanità mentale e quindi voleva realizzare un monumentale giardino di sculture che, a sua volta, avrebbe guarito gli altri. Persona eccentrica, con una vita sregolata, ha avuto la brillante intuizione di usare come soggetto i tarocchi e ha scelto come zona il versante del “Garavicchio”, una collina della maremma toscana.
Tutto ebbe inizio nel 1955 durante un viaggio in Spagna, dove Niki de Saint Phalle scoprì le opere di Antoni Gaudí e ne fu fortemente influenzata. In particolare, il Parco Güell di Barcellona è di grande importanza nella sua decisione di costruire un giardino di sculture, perché ha usato materiali diversi e ha trovato oggetti che sono diventati elementi essenziali nella sua arte.
Un’altra influenza importante è stato il Parco dei Mostri, nella città viterbese di Bomarzo. Cinque anni dopo Niki ha visitato il Palais Idéal di Ferdinand Cheval con suo marito Jean Tinguely. Cheval, in origine postino, aveva costruito un palazzo a Hauterives, Francia centrale, seguendo l sua fervida immaginazione.
Niki de Saint Phalle e il suo giardino magico
Nel 1978, Niki ha iniziato ad allestire il suo giardino di sculture in una cava abbandonata a Garavicchio, in Toscana. Nel 1980, insieme al suo team, inizia a costruire la prima scultura architettonica nel giardino.
Ha assunto gente del posto con poca esperienza per coprire le strutture con intonaco e, infine, tessere di mosaico. Con l’avanzare del progetto, Saint Phalle ha iniziato a prendere lezioni di lingua italiana, in modo da comunicare meglio con i lavoratori locali. Il secondo membro dell’equipe che ha assunto era Ugo Celletti, un posino di 50 anni che ha scoperto l’amore per il lavoro di mosaico sul progetto. Lavorerà al progetto per 36 anni e alcuni membri della sua famiglia sono ancora coinvolti nella manutenzione del sito.
Il giardino divenne un cantiere al quale parteciparono diverse maestranze, artisti e artigiani, secondo uno spirito collettivo che ha sempre caratterizzato le creazioni di Saint Phalle. Ha anche invitato amici artisti provenienti da Argentina, Scozia, Olanda e Francia per farsi aiutare per la realizzazione delle sculture. Nel corso del tempo, Saint Phalle ha lavorato con decine di persone, tra cui architetti, ceramisti, fabbri, muratori, pittori e mosaicisti.
I materiali utilizzati nel progetto del Giardino dei Tarocchi includevano acciaio, ferro, cemento, poliestere, ceramica, cemento armato, mosaico, vetro di Murano, specchi e pietre levigate. Una volta costruita la cornice è intervenuta Saint Phalle, aggiungendo i colori gioiosi.
Il Giardino dei Tarocchi è stato un cantiere aperto per quasi 30 anni e per costruirlo sono stati spesi svariati milioni di euro. E’ stata istituita anche una Fondazione del Giardino dei Tarocchi nel 1997 e il giardino è stato ufficialmente aperto al pubblico il 15 maggio 1998 con i suoi circa due ettari di spazio da visitare. Decine di migliaia di persone visitano il giardino ogni anno, la maggior parte famiglie con bambini che si arrampicano sulle statue, abbagliati dalle loro dimensioni e dalla loro natura selvaggia. L’amico di Saint Phalle, l’architetto Mario Botta, costruì un muro di protezione simile a una fortezza e una porta all’ingresso del giardino, segnando così una netta separazione dal mondo esterno.
Realizzare il Giardino dei Tarocchi è costato molto a Saint Phalle: la sua salute, decenni della sua vita, milioni di euro. Per Saint Phalle, il Giardino dei Tarocchi doveva essere un Eden di arte e magia. Per la nobiltà locale, il giardino era un atto di vandalismo, tuttavia c’era poco che potevano fare oltre a spettegolare sulla “sua pazzia e sui suoi mostri”.
Le prime sculture ad essere costruite in situ furono L’Imperatrice, La Papessa, Il Mago, Il Sole e L’Albero della Vita. Quindi ha creato La torre di Babele, Il castello e La giustizia (che è una risposta diretta alla scultura dell’ingiustizia di Tiguely). Scendendo lungo il sentiero che si allontana dall’Imperatrice, il visitatore si troverà di fronte a un voluttuoso scheletro dorato, una scultura che rappresenta la Morte che cavalca un cavallo blu su un mare verde specchiato, da cui si estendono braccia disincarnate che si aggrappano al mondo dei vivi.
Genialità e un tocco di follia per questa eccentrica artista!